I Poeti Maledetti (in francese poètes maudits) è una definizione, o meglio un'etichetta, nata in Francia nella seconda metà del XIX secolo, che si riferisce a un gruppo di scrittori e artisti la cui vita dissoluta, segnata dall'eccesso, dalla ribellione e dall'emarginazione sociale, si rifletteva nella loro opera. Pur non costituendo una vera e propria scuola letteraria, questi autori condividono una visione del mondo pessimista e una profonda critica alla società borghese del loro tempo.
L'espressione "poeta maledetto" fu coniata da Paul%20Verlaine nel suo saggio Les Poètes maudits (1884), dedicato a sei figure letterarie: Tristan%20Corbière, Arthur%20Rimbaud, Stéphane%20Mallarmé, Marceline%20Desbordes-Valmore, Auguste%20Villiers%20de%20l'Isle-Adam e lo stesso Paul%20Verlaine.
Caratteristiche principali:
Influenze:
I poeti maledetti furono influenzati da diverse correnti artistiche e filosofiche, tra cui il Romanticismo, il Simbolismo e la filosofia di Arthur%20Schopenhauer.
Eredità:
La figura del poeta maledetto ha esercitato una grande influenza sulla letteratura e sull'arte del XX secolo, diventando un simbolo di ribellione, anticonformismo e ricerca della verità attraverso l'esperienza estrema. Il mito del poeta "outsider" continua ad affascinare e ispirare artisti di ogni genere.